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ricordi

foto e testo di alessandro caporaso

 
 

mi hanno sempre detto che non si vive di ricordi, ma io qualche volta ci vivo, che i ricordi secondo me non fanno mai male.  ero seduto al tavolo di un bar a prendere un caffè. ero solo, che qualche volta mi piace stare solo a bere caffè e fumare l’ormai insostituibile sigaretta. tra l’altro sto pensando pure di smettere.  bevevo il mio caffè  quando ad un certo punto vedo un amico. sulla sessantina più o meno. io lo saluto, lui mi saluta. lo invito a prendere un caffè. ora quando sto con quest’amico si finisce sempre col ricordare cose ed è bello, perché quando mi racconta quello che ha fatto in gioventù gli brillano gli occhi. cioè è come se stesse vivendo per la seconda volta quelle stesse cose. i ricordi lui certe volte li ricorda ad occhi chiusi, ma è quando li riapre che c’è qualcosa di diverso. racconta socchiudendo gli occhi come se così facendo, in contrasto, gli scorressero le immagini nella palpebre.

risorse del computer-hard disk-cartella ricordi-i miei venticinque anni-apri cartella-doppio click-visualizzatore di immagini-immagini- e il gioco è fatto.

ecco quello che fa. apre e chiude  cartelle a suo piacimento e poi parla. una volta che le immagini sono state aperte non ha più bisogno di tenere gli occhi chiusi. ha bisogno, poi, di guardarti negli occhi, ma non per vedere se sei attento, tipo come le maestre, ma solo per trasmetterti quelle sensazioni che ora sono ritornate in gioco.

io non lo so se a me brillano gli occhi quando ricordo, ma so solo che quando ricordo c’è sempre un amico che mi dice che la devo smettere, che mi devo buttare tutto alle spalle e che è giunto il momento di creare altri ricordi che ormai, quelli che ricordo sono troppo vecchi. è come se io dovessi creare ogni giorno qualche ricordo. a quel punto, quando c’è un ricordo che vale la pensa salvare, devo solo chiudere gli occhi e riaprirli velocemente, tipo come l’otturatore della macchinetta fotografica. chiudo e apro. scatto il ricordo e lo metto da parte, che poi si vede. non sono organizzato, insomma. ora per fare così creo un casino tra i ricordi e non so più come gestirli, quando li voglio ricordare. cioè scatto i ricordi e poi li lascio lì senza salvarli in un giusto percorso. poi mi dico che non posso essere disordinato pure con i ricordi e allora cerco di riordinarli e comincio a ricordare. forse per questo a me gli occhi non brillano quando ricordo, che dopo che li ho sistemati sono talmente stanco che se anche c’è qualche altra cosa da ricordare, cioè da scattare, li lascio lì senza memorizzarli.  lascio i miei ricordi a qualcun altro che ad un certo punto mi dirà

-alessà, ma ti ricordi quando….